Chimera

— Chimera… per favore, cantami una canzone.

La chimera sorrise, sembrò accettare la mia richiesta.

La capra attaccò una strofa, ma nonostante ce la mettesse tutta non azzeccava una nota. Dopo un po’, forse perché non facevo commenti, la sua voce si abbassò sempre più, fino a sparire.

Fu il turno del serpente.

— Pss. Pss. Pss.

Quel suono aveva un che di ipnotico, ma non ero sicura che si potesse definire una canzone. Mortificato, il serpente tacque.

Ora toccava al leone.

Con la sua voce profonda intonò una marcia. Ma continuava a interrompersi. Sembrava che si fosse dimenticato le parole. Imbarazzato, anche lui si chiuse nel silenzio.

— Non preoccupatevi di me. Fate come se non ci fossi, — incoraggiai la chimera.

Dopo qualche momento la capra sollevò la testa e schioccò la lingua sul palato. Lo fece diverse volte, finché non mi sembrò d’intravedere un certo ritmo.

Il serpente intonò una melodia semplice e malinconica. Dondolava la testa a destra e a sinistra, perso in quelle note.

Infine il leone cominciò a cantare. Era una lingua che non conoscevo, ma le parole sembravano piene di significato.

Com’era bello quando cantavano con il cuore…

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